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Felice Montervino interpreta Mezzo Toro nello spettacolo teatrale con la regia di Tiziana Troja

Con Felice Montervino // Regia di Tiziana Troja 

MEZZO TORO

"Quello che la vita mi ha regalato è un ruolo e un posto privilegiato, dove posso essere me stesso sempre. Sorrido se penso che qualcuno possa aspirare a tale posizione. Acquisita alla nascita per discendenza, propensione, amore e passione per l'esecuzione del compito. Io sono il purificatore, l'epuratore, il detergente, colui che pulisce dove c'è del marcio, il santo... Il potere conferitomi è pari al potere di un governatore di stato, delle forze dell'ordine, di un magistrato, io sono il giudice estremo, il boia...

Io sono l'arbitro.
Io sono il capo dei servizi segreti.
Perché di segreto di stato si tratta. Dove finiscono i nemici della pace, dell'ordine, della sicurezza? Non parlo dei sollazzi femminini che poco ci azzeccano con questioni delicate come questa, mi riferisco a loro gli scomodi, rozzi e impacciati personaggiucci che ammorbano contagiano e ostacolano con le loro misere considerazioni progetti atti a servire massimi sistemi. Perché non c'è gesto più generoso da parte di un soldato, che servire la propria patria e la propria natura. Io fui concepito per epurare ed è quello faccio. Senza esitazione alcuna. Io sono il

figlio di uno stupro. È il prezzo che io pago per essere me stesso. Io sono unico al mondo. Io eseguo ordini. Ma ho sempre avuto una certa elasticità per muovermi seguendo e compiacendo la mia natura. Loro mandano, io ricevo. Come fare lo decido io. Come e quando. Questa è la mia ricompensa. Per il mio silenzio, per la mia fedeltà, per quel tornaconto silenzioso che fa comodo a tutti. Quel compromesso che accontenta le parti. Tutti. Mai una delusione, mai. Tutti. Sono sicuro che un giorno Dio verrà a trovarmi. E se lui non potesse, che venga un suo sostituto. Nell'attesa la solitudine non mi duole, perché so che il mio redentore vive

e un giorno sorgerà dalla polvere.
Se il mio udito potesse percepire tutti i rumori del mondo, io sentirei i suoi passi. Come sarà il mio redentore? Sarà forse un toro con volto d'uomo? O sarà come me?"
Tiziana Troja 

Prendendo spunto dal racconto di Borges (la casa di Asterione) il minotauro di Lucidosottile è il killer a servizio dello stato per epurare i mali del mondo.
Per la costruzione della figura di Mezzo Toro, le suggestioni prendono spunto dall'universo cinematografico classico che vede il serial killer pericoloso e inquietante ma al contempo seduttore e accattivante, maschio e femmina insieme, che aprendo allo spettatore la sua casa, intesa come spazio mentale, mostra senza restrizioni la visionaria e patologica missione. Il suo mondo misterioso.

Mezzo toro è il moderno killer autorizzato, il boia. Figlio di uno stupro, che come tradizione vuole, stupra le sue vittime prima di giustiziarle. Mezzo Toro nel suo labirinto solitario, scimmiotta le pop star, convinto, nel suo mondo privato, di essere anch’esso una celebrità.

Danza e si diverte a confidarci le sue più intime perversioni e a descrivere la sua procedura omicida, che lui stesso definisce unica e democratica.

Le atmosfere sonore e musicali attingono dalla fine degli 70 (heart of glass dei Blondie), fino ad arrivare in pieno agli anni 80 (Der Kommissar di Falco e More than I can bear di Matt Bianco).
I costumi che vedono Felice Montervino in abiti sadomaso e zoccoli bovini sono stati creati da Filippo Grandulli e Daniele Coppi come la scenografia, scarna ed essenziale funzionale alla missione omicida, così come la grafica che lo vede immortalato in posa pop in un selfie fatto con una Polaroid.

Il disegno luci essenziale è creato da Michela Sale Musio e Luca Carta. 

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